Alla luce degli aumenti vertiginosi delle bollette energetiche degli ultimi mesi, sono sempre di più le famiglie italiane che cercano soluzioni alternative per risparmiare e i pannelli solari sembrano essere la risposta giusta. Il fotovoltaico negli ultimi anni ha fatto passi da giganti a livello tecnologico e oggi è un servizio fruibile anche per le piccole aziende e per le famiglie.
La diffusione del fotovoltaico ha anche favorito la riduzione dei prezzi, che sono diventati molto più accessibili per tutti. Il fotovoltaico sfrutta l’energia solare, per questo motivo in previsione dell’estate molte famiglie stanno prendendo in considerazione questa opzione.
Ma quanto si può risparmiare effettivamente con il fotovoltaico? Una risposta univoca non c’è poiché il risparmio dipende da numerosi fattori che analizziamo nei seguenti paragrafi. Di certo più si riesce ad autoconsumare e maggiore è il risparmio delle bollette.
Per semplificare il discorso possiamo dire che ogni chilowattora autoprodotto è un chilowattora detratto dalla bolletta energetica. Se ad esempio il fabbisogno quotidiano è di 6 KWh e contemporaneamente si produce e si consuma 6 KWh al giorno, la bolletta si azzera del tutto. Raggiungere quest’obiettivo non è facile ma neanche impossibile, molto dipende dalle condizioni esterne e dalle caratteristiche dei pannelli fotovoltaici installati.
Quali sono i fattori che incidono sul risparmio finale? Focus sulle caratteristiche dei pannelli solari
Un primo aspetto da considerare è la qualità e la tipologia di pannello solare che, nel corso degli ultimi anni, si è evoluto sempre di più fino ad offrire soluzioni versatili e adattabili alle diverse necessità.
Si possono individuare 4 tipi di pannelli solari, ognuno dei quali con i suoi vantaggi e le sue peculiarità per soddisfare ogni esigenza:
- in monocristallino, che forniscono eccellenti prestazioni soprattutto in ambito residenziale, occupano poco spazio e durano fino a 25 anni;
- in silicio policristallino, che tollerano meglio il calore e che hanno costi più contenuti;
- in silicone amorfo, caratterizzati da uno strato in plastica o in vetro sul quale si applica uno strato di silicio, che offrono una resa inferiore del 30% a causa della loro particolare modalità di produzione;
- BiPV (Building integrated Photovoltaic), che rappresentano l’ultima frontiera del fotovoltaico e che offrono una resa energetica ed estetica migliore in quanto si possono integrare direttamente nella struttura edilizia.
Da valutare anche i moduli fotovoltaici, che possono essere suddivisi in 60 o 72 cellule. I moduli da 60 cellule occupano meno spazio e sono più piccoli, quindi maggiormente indicati per un’abitazione.
Ci sono poi pannelli di ultimissima generazione come quelli notturni, che funzionano anche di notte, i pannelli flessibili e il vetro fotovoltaico che sono però ancora in uno stato embrionale ma che fanno capire quanto il mondo del fotovoltaico abbia ancora ampi margini di miglioramento.
Le cause esterne
Ci sono poi diverse cause esterne che possono incidere negativamente o positivamente sulle prestazioni di un impianto fotovoltaico.
La zona geografica ha sicuramente un’incidenza notevole sulla resa dell’impianto e quindi sul risparmio finale. Secondo delle tabelle di producibilità al Nord Italia si producono circa 1.100 KWh/KWp/anno, al Centro Italia 1.200 KWh/KWp/anno e al Sud Italia 1.500 KWh/KWp/anno. Chiaramente più si scende verso la penisola e maggiore è il risparmio, perché le regioni meridionali sono maggiormente esposte al sole nel corso dell’anno.
In tale ottica rivestono una grande importanza anche l’orientamento e l’inclinazione. L’orientamento ottimale è verso il Sud, poiché in questo modo è possibile assorbire più a lungo e una maggiore quantità di energia solare. L’inclinazione ideale in Italia è invece di circa 30°.
Bisogna poi prestare attenzione che in prossimità dell’impianto fotovoltaico non ci siano ombreggiamenti, cioè pali della luce, alberi, edifici o qualsiasi altro elemento che possa ostacolare il perfetto assorbimento dell’energia solare da parte dei pannelli fotovoltaici.
Quanto si risparmia con il fotovoltaico?
Ritorniamo alla domanda iniziale alla quale possiamo rispondere con più elementi a disposizione: quanto si risparmia effettivamente col fotovoltaico? Come già specificato tutti i chilowattora prodotti e autoconsumati si trasformano in automatico in chilowattora risparmiati in bolletta.
C’è di più: l’energia prodotta e non consumata non viene dispersa, in quanto viene immessa nuovamente nella rete e remunerata dal GSE con lo scambio sul posto. In pratica è il GSE che paga il consumatore per l’energia elettrica prodotta in surplus.
Un altro aspetto che incide sul risparmio finale è il prezzo pagato per l’installazione del fotovoltaico. Nei primi anni il consumatore sarà in “passivo”, ma l’investimento verrà recuperato gradualmente nel corso del tempo. Quando il risparmio ottenuto sulle bollette energetiche pareggerà la spesa sostenuta per l’installazione del fotovoltaico, allora il consumatore inizierà ad essere in “attivo”.
Naturalmente un impianto costato 10.000 euro rispetto ad uno che ne è costato 7.000 euro impiegherà più tempo per ammortizzare la spesa. In sostanza prima si ammortizza la spesa per l’impianto e prima si comincia a conseguire un risparmio tangibile sulla bolletta.
Un’ultima considerazione va fatta infine sul cosiddetto decadimento fisiologico delle prestazioni di un impianto fotovoltaico, che si attesta sullo 0,8-1% all’anno e che garantisce quindi una durata complessiva dell’impianto di almeno 25 anni.