Secondo gli ultimi rapporti, nell’ultimo anno la concessione dei prestiti bancari alle imprese per banca italia è sceso di ben 50 miliardi, inoltre sono diminuiti di circa 6 miliardi i prestiti bancari alle imprese familiari. In risalita invece, anche se di poco, i finanziamenti alle famiglie.
Le banche italiane tirano un freno: scendono di 50 miliardi di euro circa i prestiti bancari alle aziende in italia negli ultimi 12 mesi. La concessione di finanziamenti alle imprese societarie è calata di 50 miliardi, da quasi 700 a 650 miliardi, sono inoltre diminuiti di quasi 6 miliardi i prestiti alle imprese familiari, da 83 miliardi a 77 (-7%). In lieve aumento i finanziamenti alle famiglie di circa 9 miliardi da 536 a 545 miliardi. Questi sono i dati principali emersi a seguito del rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa.
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“Purtroppo le banche italiane hanno confermato, anche negli ultimi 12 mesi, la tendenza ad aver messo in secondo piano, se non addirittura abbandonato, l’attività tradizionale ovvero finanziare la cosiddetta economia reale”, così commenta Andrea D’angelo, vicepresidente di Unimpresa. “Ora quello che ci preoccupa è la prospettiva di tassi negativi sui depositi che potrebbe incrementare significativamente i costi dei rapporti con le banche. Il sistema economico italiano non è ancora pronto ad utilizzare fonti diverse da quella bancaria”, aggiunge il vicepresidente.
Crollo dei prestiti bancari alle imprese per Banca italia
Secondo gli studi di Unimpresa, che ha rielaborato i dati sui prestiti bancari alle imprese della Banca d’Italia, dal mese di agosto 2018 allo stesso mese del 2019, la concessione di prestiti a famiglie e imprese è calato nel complessivo di 43 miliardi di euro (sul risultato incide anche la cessione di crediti malati) da 1.324 miliardi a 1.281 miliardi (-3,3%).
Su questi dati pesano il calo dei prestiti alle aziende, sia alle imprese cosiddette familiari (poco meno di 5 miliardi, ovvero un calo del 7% che va da 83 a 77 miliardi) e anche alle imprese societarie (meno 46 miliardi, ovvero un calo di 6 punti percentuale che va da 696 miliardi a 650 miliardi). Le aziende hanno complessivamente subito un crollo di 51 miliardi di euro.
Sono di poco cresciuti, e questo va controcorrente, i prestiti alle famiglie di 9 miliardi (e questo vale per mutui e credito al consumo) sono quindi in lieve aumento dell’1,7% da 536 a 545 miliardi.
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Le sofferenze nette hanno subito un calo di 8 miliardi
Il calo va dai 40 miliardi iniziali ai 32 attuali (-20%). Per quanto riguarda la raccolta, gli istituti bancari hanno potuto assistere ad una crescita di 6 punto percentuali, da sommare a quelle detenute sui depositi di loro proprietà da tutte le categorie di clientela: in totale, sui depositi (da un anno) risultano 1.481 miliardi in cospicuo aumento del 6% (91 miliardi) rispetto ai 1.390 miliardi contati di agosto 2018.
Sono oggetto di forte attenzione i conti correnti soprattutto dopo l’annuncio di un gruppo bancario importante che si è proposto intenzionato ad applicare tassi negativi su saldi che superano i 100.000 euro, l’obiettivo dichiarato è quello di trasferire con maggiore enfasi le decisioni di politica monetaria della Banca centrale europea; sono stati depositati la somma di 1.168 miliardi da parte della clientela sui conti correnti, un dato che porta l’aumento di 88 miliardi (più 8%) in soli 12 mesi (l’anno scorso era fermo a 1.079 miliardi).
Risulta meno rischioso investire nel debito pubblico italiano grazie al calo dello spread, per questo le banche ne hanno approfittato per accrescere la sottoscrizione di btg e bot. Gli istituti bancari hanno acquistato in grande quantità le obbligazioni del Tesoro sul mercato secondario già in circolazione ma anche sottoscrivendo le nuove emissioni alle aste: negli ultimi 12 mesi, i titoli di Stato italiani posseduti dalle banche del nostro Paese è salito in totale di 36 miliardi (più del 10%) ovvero da 372 miliardi a 409 miliardi.
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Fonte: AGI.it